Siti monumentali e culturali

Duomo di S. Maria Assunta

Al centro di Monte Compatri, incastonata tra gli antichi edifici, vialetti, archetti e scalette, svetta la chiesa parrocchiale Santa Maria Assunta in Cielo: il Duomo. Le origini del Duomo non sono perfettamente documentate, quello che si sa è che fu costruito su una chiesetta preesistente dedicata a Santa Brigida, che, a sua volta, era stata edificata su un oratorio presumibilmente eretto contemporaneamente al primo nucleo abitativo e quindi antecedente al 1090.

Convento di S. Silvestro

I Padri Carmelitani Scalzi, nel lontano 1605, nel Convento appartenuto ai Padri Lateranensi, che domina dall’alto il paese si sono insediati. In questi quattrocento anni di presenza nel territorio, hanno saputo consolidare un rapporto di scambio e di amicizia con la comunità locale, incidendo fortemente sulla vita culturale e religiosa. Il Convento, è anche una risorsa turistica per l’area tuscolana e prenestina, con la sua posizione panoramica sulla Capitale, la facciata ottocentesca della Chiesa, la Quadreria e la prestigiosa Pinacoteca, dove spiccano, tra le altre, importanti opere della scuola Caravaggesca.

Pinacoteca, convento S. Silvestro

La pinacoteca del Convento di San Silvestro rappresenta un importante centro di conservazione e valorizzazione dell’arte, in particolare di quella sacra, strettamente legata alla storia e alla spiritualità del convento e del territorio circostante. Al suo interno si trovano dipinti, affreschi e manufatti artistici di grande rilievo storico e culturale, prodotti in epoche diverse, che testimoniano il profondo intreccio tra arte, fede e comunità locale. Le opere presenti si focalizzano su tematiche religiose, rappresentando santi, episodi biblici e momenti salienti della vita di Cristo, accanto a testimonianze artistiche civili e ritratti di personaggi illustri legati al convento o alla comunità, creando così una narrazione integrata della storia e della devozione locale. Una delle peculiarità principali della collezione è la forte presenza di iconografie mariane, con numerose raffigurazioni della Madonna in atteggiamenti devozionali o circondata da angeli e santi. Questi lavori evidenziano la centralità della figura mariana nella spiritualità del convento, riflettendo la profonda devozione popolare. Altrettanto significative sono le rappresentazioni della Passione di Cristo, caratterizzate da una drammaticità emotiva e da dettagli simbolici, che mirano a coinvolgere emotivamente il pubblico e stimolare riflessioni spirituali. Dal punto di vista tecnico, le opere spaziano dalla pittura a tempera e olio su tela agli affreschi che decorano le pareti e le volte del convento, arricchendo gli spazi con scene bibliche e motivi ornamentali. Gli artisti, noti e meno noti, dimostrano una straordinaria maestria tecnica e un’attenzione al dettaglio, evidenziando l’importanza dell’arte come veicolo di comunicazione spirituale e sociale. Le opere, inoltre, sono caratterizzate da un uso simbolico di colori e composizioni, rispecchiando i canoni iconografici delle epoche in cui furono realizzate. La pinacoteca non si limita a essere un semplice spazio espositivo, ma si configura come un luogo di memoria e riflessione, capace di custodire e trasmettere un’eredità culturale e spirituale significativa. Attraverso le sue opere, il Convento di San Silvestro diventa un ponte tra passato e presente, unendo fede, arte e comunità. Invita i visitatori a scoprire le radici storiche e religiose che hanno plasmato la cultura locale, celebrando al contempo la bellezza artistica come strumento di elevazione spirituale e testimonianza storica.

Palazzo Borghese

Iniziato a costruire dal cardinale Marco Sittico Altemps (signore di Monte Compatri dal 1575 al 1595) e terminato dal cardinale Scipione Borghese (1613-1633), il Palazzo Borghese, oggi ospita la sede comunale ed alcuni negozi; un ampio locale è stato utilizzato in questi ultimi decenni per diverse attività: cinema, rivendita della Cantina Sociale, birreria.

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Palazzo Altemps

Marco Sitico Altemps era nipote di Pio IV; Gian Angelo Medici di Milano. Fu cardinale a 28 anni. Marco Sittico acquistò il castello di Monte Compatri nel 1575. Gregorio XIII con breve del 21 maggio 1575 confermò l’acquisto e infeudò il Cardinal Altemps del…«Castrum Montis Compatris cum omnibus et singulis suis membris, territoriis, aedeficiis, palatisi. Domibus et praediis urbanis, rusticis, stabulis, terreniis, vinioris pratis silvis dominio, omagiis, vassallis, vassallaticis, quum libet intus et extra dicti castris Monti Compatris, consistentibus, pertinentibus, adiacentis, fructibus, redditis, juriditione mero et mixtio imperio, gladiis et aliaquamlibet omnino protestate». In altre parole il cardinale, con l’investitura, acquistava la proprietà di tutti i beni rustici e urbani, il godimento di tutti i frutti, le rendite, i privilegi e i benefici, l’esercizio della giurisdizione civile, amministrativa e penale, la potestà di vita e di morte sui vassalli.

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Casa di Marco Mastrofini

In Via della Scaletta n.10, si trova la casa che il 25 aprile del 1763 vide nascere il filosofo Marco Mastrofini. Fin da piccolo, rivelò un’intelligenza non comune ed una particolare predisposizione allo studio delle scienze filosofico-matematiche. Trascorse i suoi anni di studi tra Roma e Frascati ma nel 1803 tornò a Monte Compatri richiamato per una malattia del padre Paolo, si trattenne per qualche mese nel paese natale ed è di questo periodo la sua importante opera, un “Piano per riparare la moneta erosa”, in essa analizza, con particolare bravura, aspetti e conseguenze dell’inflazione monetaria. Nel 1820, in seguito alla morte del padre, conobbe un periodo di ristrettezze economiche finchè il nipote Leandro Ciuffa lo ospitò nella sua dimora romana, in Piazza Montecitorio, ove tuttora è apposta una lapide commemorativa del nostro filosofo. Ormai avanti con gli anni ed indebolito dalle avversità provate nella sua tormentata esistenza, Marco Mastrofini si spense serenamente il 3 marzo del 1845, alla veneranda età di 82 anni. La sua salma è disposta tutt’ora nel Convento di San Silvestro, ove esplicitamente aveva chiesto di essere sepolto. Una stele marmorea, eretta cento anni dopo nell’attuale Viale Busnago, ricorda (per la verità con un’immagine fin troppo modesta…), l’alta personalità e l’ingegno che il Mastrofini seppe così ben evidenziare nel XVIII secolo. La casa-monumento porta su un fianco una targa su cui è inciso: “Marco Mastrofini, filosofo,
teologo, filologo”.

Fontana dell’Angelo

Al centro della piazza Mastrofini sorge la Fontana dell’Angelo, monumento di fine Ottocento in bronzo incardinato in uno sperone di tufo ricavato dalla vicina cava di Monte Salomone. L’Angelo, più che il simbolo di Monte Compatri, è diventato il vero fulcro e anima della vita cittadina, omaggio a quanti hanno lavorato, a volte anche a costo della propria vita, per portare l’acqua dalle sorgenti di Carpinello fino al paese
sul finire dell’800.

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Monumento ai Caduti di tutte le guerre

Nel 1920 nell’edicola della facciata del palazzo Borghese fu innalzato il Monumento ai
Caduti di tutte le guerre
, ed è lo stesso che possiamo vedere tuttora, con la differenza
che la ringhiera di ferro che lo proteggeva, come già detto, fu divelta e asportata durante il secondo conflitto mondiale per esigenze militari.

Torre Campanaria

Sul lato del portale e a ridosso dell’arco, il cancello dell’antica Monte Compatri, si eleva la torre campanaria della chiesa, già torre di guardia dell’antico castello; infatti, in origine, la chiesa era inclusa nell’antico borgo fortificato ed era dedicata a Santa Brigida. Tra il 1630 e il 1633 il cardinale Scipione Borghese procedette ad un radicale rifacimento delle strutture della chiesa e così ricostruita la dedicò a S. Maria Assunta in Cielo. La Torre campanaria è la costruzione più antica del paese: eretta al tempo dei Saraceni come osservatorio diventò la torre di vedetta del castello, poi venne stata usata per molto tempo come carcere: ora è il campanile del Duomo, del quale vediamo la facciata laterale. La Torre non era la torre campanaria di oggi, perché di campane ce ne era una sola, piccola, posta su di un piccolissimo campanile che spuntava dal tetto dell’oratorio. Il Campanile si innalzava dove oggi si trova la Cappella della Madonna di Loreto (ed i nostri vecchi ricordano la notte che cadde senza arrecare danni a persone o cose). Nel 1828 si pensò a sistemare le tre campane più grosse sulla Torre (antica vedetta romana, poi maschio del castello), e vi si pose anche l’orologio. Il Campanile della chiesa di Santa Maria Assunta, con il rintocco perfetto delle sue campane ha scandito per secoli il tempo dei contadini ed ancora oggi indica alla popolazione (guai a chi le tocca) i momenti della giornata più significativi: un matrimonio, un funerale, la festa. Insomma le campane del Duomo di Monte Compatri fanno parte integrante di ogni paesano, tanto che ogni tocco, ogni segnale è stato denominato, ha cioè un suo nome proprio. Il primo restauro radicale della torre che comprese anche la sistemazione delle campane si affrontò nel 1928, l’ultimo si è concluso recentemente.

Biblioteca filosofica

Il Centro per la Filosofia Italiana, ha assunto il compito di allestire e di gestire una grande biblioteca filosofica di autori italiani e di autori stranieri che trattano filosofia italiana. La Biblioteca (i cui locali possono raccogliere circa 20.000 volumi) è situata al primo piano del Palazzo Annibaldeschi messo a disposizione del Centro dalla locale Amministrazione. Tutti i libri inviati dagli autori, dagli editori, dalle biblioteche private e pubbliche saranno messi “on-line”, nel sito web, nel frontespizio e nell’indice. Una novità, questa, che aiuterà concretamente gli studiosi nella ricerca.

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