Carta dei sentieri

Monte Compatri, situato nei Castelli Romani, è una storica località di villeggiatura che ha attratto imperatori, papi e nobili. Il centro storico sorge su uno sperone di tufo a circa 600 metri di altitudine, probabilmente sull’antica città di Labicum. Durante il Medioevo, divenne un importante centro fortificato, soprattutto sotto i Conti di Tuscolo e i Colonna. Dopo la distruzione di Tuscolo nel 1191, la popolazione aumentò. Il castello è menzionato per la prima volta nel 1252 e il territorio passò a varie famiglie nobili, tra cui gli Altemps e i Borghese. Monte Compatri è ricco di resti archeologici romani e conserva edifici storici come il Duomo dedicato a Maria Assunta e il Palazzo Annibaldeschi. È anche nota per il vino DOC Monte Compatri, frutto di una lunga tradizione vinicola.

Qui di seguito troverete dei sentieri limitrofi del territorio di Monte Compatri.

Sentiero Algido

Questo itinerario porta a Monte Trinità SS. in Algido, la terza cima più alta del comune di Monte Compatri, a circa 710 metri. Si parte dalla sella tra Monte Salomone e La Montagnola, lungo una mulattiera che circonda Monte Salomone. Al Colle dei Generali la mulattiera si biforca: un ramo va verso Rocca Priora, l’altro entra nel bosco, con castagneti e fungaie. Quando il sentiero inizia a scendere verso il cimitero, un percorso laterale porta alla vetta, dove si trova una croce di ferro alta 3 metri.

Il 2 giugno 1996, la cima fu dedicata alla “Trinità SS. in Algido” da quattro ragazzi, con una croce e tre targhe commemorative. Il nome “in Algido” richiama la guerra dell’Algido del V secolo a.C. e la fioritura medievale della zona con i paesi vicini. La dedica alla SS. Trinità si riferisce allo stemma comunale, alla terza cima del comune e al culto cristiano della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Sentiero Casaccia

Questo sentiero parte dalla sella tra Monte Salomone e La Montagnola, seguendo un’antica mulattiera, e arriva al bosco “Piantato dell’Acqua Nuova”, noto anche come “Macchia del Piantato”. Nonostante la sua estensione ridotta (circa 4,5 ettari), il bosco è importante per la presenza di specie vegetali peculiari, testimonianza dei boschi originari del Vulcano Laziale. Inserito nel Piano d’Assetto del Parco come “Riserva Parziale Botanica”, è diviso in due zone: una con specie naturali e l’altra con specie introdotte dall’uomo, come noci, fichi e pini domestici.

Tra le specie autoctone, si trovano il Cerro, la Roverella e il Leccio, mentre nel sottobosco crescono olmi, noccioli, sambuchi e pungitopo. Vicino al bosco, ai piedi di Monte Salomone, si trova la cisterna romana “La Casaccia”, costruita tra il 50 a.C. e il 50 d.C., che serviva per la raccolta dell’acqua. Un’altra cisterna, chiamata “Casaccia bassa”, è situata a breve distanza. Lungo il percorso si possono vedere anche tracce dell’antica via Latina, oggi nota come via Tuscolana, che attraversa la zona fra Monte Compatri e il Monte Albano.

Sentiero Tuscolo

L’itinerario parte dalla sella tra Monte Salomone e La Montagnola e conduce all’area archeologica del Tuscolo, situata su una cresta tra i 600 e i 675 metri d’altitudine. Le prime indagini archeologiche furono avviate nell’800 da Luciano Bonaparte, e dal 1994 sono in corso scavi condotti dalla Scuola Spagnola di Storia e Archeologia di Roma.

L’area è occupata sin dall’epoca protostorica (X-IX secolo a.C.) e, durante il VII-VI secolo a.C., subì il controllo etrusco. Oggi, tra i monumenti visibili ci sono il Teatro romano, costruito nel I secolo a.C., il Foro, l’Anfiteatro e le cisterne. Il teatro, il più rappresentativo, mostra la tipica costruzione addossata al colle, secondo l’uso greco. Sono visibili anche resti di mura poligonali e la cisterna arcaica, caratterizzata da una cupola ogivale.

Scendendo si trovano la “villa di Tiberio” e la Via dei Sepolcri, una strada pavimentata che conserva tombe romane. Sulla cima della collina si trovava l’antica Acropoli romana, con i templi di Giove e dei Dioscuri, e in epoca medievale il Palazzo dei Conti di Tuscolo. Da visitare anche la Croce del Tuscolo, eretta nel 1933, e la vista panoramica che spazia sui Monti Albani, Rocca di Papa e l’antica via Tuscolana, oggi via Latina.

Sentiero Camaldoli

L’itinerario parte dal convento di San Silvestro (XVII sec.), raggiungibile tramite una strada dal centro storico di Monte Compatri. Dal piazzale panoramico, un facile percorso di 1,2 km conduce al sentiero che collega Monte Porzio Catone all’area archeologica del Tuscolo. Lungo il percorso sorge l’eremo di San Romualdo, fondato nel XVII secolo dai Camaldolesi. La chiesa dell’eremo, riservata agli uomini, contiene opere sulla vita di San Romualdo.

Da qui, si può proseguire verso il Tuscolo, attraversando i boschi e raggiungendo la storica altura, oppure verso Rocca Priora e Monte Salomone, ammirando i resti della cisterna di “Colle dei Generali” e splendidi panorami sul Vulcano Laziale.

Sentiero Cave dello Sperone e bosco di Salomone

Dal piazzale di San Silvestro si può raggiungere la vetta di Monte Salomone (773 m) con una breve passeggiata. Il percorso inizia dal centro storico di Monte Compatri e, seguendo una strada asfaltata di circa 2,5 km, si raggiunge il poggio di San Silvestro. Da qui si prosegue per Monte Salomone, parte dei Monti Algidi, con un sentiero che attraversa resti romani, tra cui una cisterna del I secolo.

Lungo il cammino si attraversano boschi di castagni, noccioli, agrifogli e faggi, dove in primavera fiorisce la rara Peonia Maschio. Sulla cima di Monte Salomone si trovano i resti di una torre medievale, utilizzata per controllare il territorio circostante. Il panorama dalla vetta offre una vista spettacolare sull’Atrio della Molara, sui Monti dell’Artemisio e sul vulcano interno dei Castelli Romani.

Il percorso di 5,25 km tra Monte Compatri e Rocca Priora è adatto a tutti, con un dislivello di 243 m. Lungo il tragitto si incontra la cava di Monte Salomone, famosa per l’estrazione della roccia lavica “sperone”, utilizzata in diverse opere decorative a Roma e nei paesi limitrofi.

Sentiero Montagnola

A mezz’ora a piedi da Monte Compatri si trova il Convento di San Silvestro, fondato nel 1450 e affidato ai Carmelitani Scalzi nel 1603. Lungo la strada asfaltata si incontrano le edicolette della Via Crucis, costruite nel 1946. Secondo la tradizione, qui sorgeva una villa romana usata dai cristiani perseguitati.

Il Santuario della Madonna del Castagno, del 1680, contiene un’immagine sacra venerata dalla popolazione. La chiesa del convento, ricostruita nel 1660, ospita opere di Luca Fiammingo e altri artisti. Dal piazzale, un sentiero conduce tra la Montagnola e Monte Salomone, su antichi passaggi.

Sentiero Pratarena

Tra le cime della Montagnola e di Monte Salomone, si giunge a una sella con una tagliata, testimonianza di antichi passaggi. Proseguendo verso ovest (sentiero B), si trovano i ruderi di “La Casaccia”, resti di cisterne romane di una villa di grandi dimensioni.

Scendendo in una valletta, si arriva alla rocca di Tuscolo. Accanto si trova la chiesetta della Madonna del Castagno, venerata dai monticiani per le grazie ricevute, specialmente durante l’epidemia di colera del 1867. Questo culto potrebbe risalire a tradizioni antiche legate alla natura, come il culto di Diana.

L’approvvigionamento idrico era fondamentale per gli insediamenti, con cisterne costruite in “opus caementicium”. Lungo il percorso, si possono vedere due cisterne romane, risalenti tra il 50 a.C. e il 50 d.C., e la fontana del Belvedere, costruita nel 1891, con elementi romani. I lecci secolari circondano la piazza, offrendo ombra e un bel panorama su Roma.

Sentiero Molara

Il percorso parte dal piazzale di San Silvestro verso Monte Salomone, scendendo attraverso la Valle Marzocchio fino alla Via Tuscolana. Qui, un sentiero non asfaltato attraversa il Fosso dei Ladroni e conduce al Castello di Molara, costruito dagli Annibaldi nel XIII secolo. Questo castello, che ha ospitato figure importanti come Papa Innocenzo IV, è oggi ridotto a suggestivi ruderi, con torri e mura nascoste dalla vegetazione.

Il castello controllava lo stradone della Molara e comunicava con altre postazioni attraverso un sistema di torri. Nelle vicinanze, si trovano i resti di una stazione romana, “statio Roboraria”, e la chiesa di S. Agata, fondata nel IV secolo. A poca distanza, sorge la chiesa della Madonna della Molara, in stile gotico, e l’ex aeroporto nazista da cui partì Mussolini nel 1943.

Un altro punto di partenza del sentiero si trova a sud della via Anagnina, costeggiando i Piani di Caiano e l’Osteria Nuova, con i resti di una chiesetta medievale dedicata alla Madonna, costruita nel Cinquecento.

Sentiero Rocca Priora

Partendo dal centro storico di Monte Compatri, si percorre una via asfaltata per 2,5 km fino al poggio di S. Silvestro, dove si trovano resti di ingegneria romana, come una cisterna del I secolo. Un sentiero porta alla sella di Monte Salomone, attraversando un paesaggio montano con resti di ville romane e cisterne.

In cima, il panorama è mozzafiato. Si prosegue tra faggete e castagni fino a Rocca Priora, facilmente raggiungibile. Qui, in passato, la neve veniva conservata e venduta a Roma. Il Santuario della Madonna della Neve, costruito nel 1500, è un luogo centrale della vita locale.

Seguendo il Viale degli Olmi, si arriva a un belvedere su Roma e poi al Palazzo baronale, sede del Comune, risalente al XIV secolo.

Sentiero Monte Porzio

Arrivati al piazzale di San Silvestro, si segue il sentiero verso la sella di Monte Salomone, proseguendo fino alla vetta del Monte Tuscolo (674 m), dove si trova una croce metallica sulle rovine del Tempio di Giove. Da qui, si gode di un panorama che spazia dai monti Simbruini a resti di ville romane.

La vegetazione include il Bagolaro e pini, con possibilità di avvistare animali selvatici. Scendendo, si attraversa il bosco fino all’Eremo di Camaldoli, un luogo di vita contemplativa.

Continuando, si arriva all’Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone e, lungo via Formello, si notano i resti di Villa Gammarelli. In Piazza Borghese si trova il Palazzo Borghese, che ospita la Biblioteca comunale. Infine, si visita la Parrocchiale San Gregorio Magno, un importante esempio di architettura barocca.

Sito archeologico di Gabii

L’antica città di Gabii si trova a 20 km da Roma, sul cratere di Castiglione, lungo la Via Prenestina. La città si sviluppò come altri centri laziali, con nuclei abitati nell’area.

Gabii ospitava il santuario di Giunone Gabina, datato al II secolo a.C., considerato un santuario urbano. Il complesso includeva un tempio, un altare, un portico e botteghe, tutti progettati insieme. Il tempio, su un podio in pietra, ha una cella circondata da colonne e un altare principale in lapis gabinum.

Si prosegue verso le rovine della Chiesa di San Primitivo, eretta su resti termali, e si trova il Foro, scoperto nel 1700. Nelle vicinanze, ci sono fossati e mura urbane, e si possono visitare i resti di un santuario extraurbano risalente al VII secolo a.C. La visita termina all’acropoli, con i resti di un medievale “castrum” e una torre del XIII secolo

Flora

Monte Compatri è uno dei 15 comuni del Parco Regionale dei Castelli Romani, situato a circa 20 km a sud-est di Roma e che copre circa 9.500 ettari. Il territorio è caratterizzato dalla morfologia del Vulcano Laziale, che è stato attivo tra 600.000 e 20.000 anni fa. I rilievi dei Colli Albani, con altitudini dai 200 ai 950 metri, includono colline fertili con vigneti e oliveti, boschi di castagni, prati e i laghi Albano e Nemi, formati nei crateri vulcanici. Oltre agli elementi naturalistici, il parco ospita centri storici e siti archeologici di notevole interesse.

Risultato immagine per Boschi Di Castagneti castelli romani

Il Parco offre numerosi itinerari percorribili a piedi, a cavallo o in mountain bike, permettendo di apprezzare le sue diversità naturali e culturali. La vegetazione cambia in base all’altitudine, con un progressivo mutamento del paesaggio climatico e vegetale. Ad esempio, si passa dal bosco misto di latifoglie, alla faggeta, fino alla prateria culminale man mano che si sale in quota.

I castagneti, introdotti dai Borghesi nel XVII secolo, hanno sostituito in gran parte querce e lecci nei Castelli Romani. Il castagno (Castanea sativa), originario probabilmente dell’Europa orientale, ha una lunga storia in Italia, diffuso dai Romani nelle Alpi e nell’Appennino. Il suo frutto, la castagna, ha avuto un ruolo centrale nell’alimentazione delle popolazioni montane. Il castagno predilige climi miti e si trova tra i 300 e i 1000 metri di altitudine. Può raggiungere fino a 40 metri di altezza e vivere per secoli, con esemplari di migliaia di anni.

Risultato immagine per legno di castagno castelli romani

Il legno di castagno è molto utilizzato per la sua resistenza e durata. Viene lavorato per creare travi, pali e tavole, ed è apprezzato sia per mobili che per costruzioni. Tuttavia, la pianta è soggetta a parassiti animali e malattie fungine, come il cancro della corteccia e la malattia dell’inchiostro. Nonostante ciò, è una risorsa preziosa per l’economia locale, anche grazie alla lavorazione del tannino e alla produzione di farina di castagna.

Fauna

La fauna del Parco Regionale dei Castelli Romani ha subito significativi cambiamenti a causa della pressione venatoria e delle trasformazioni ambientali indotte dall’uomo. Tra i mammiferi presenti, si possono trovare insettivori come il riccio (Erinaceus europaeus), che si nutre di insetti e piccoli invertebrati. I roditori sono ben rappresentati con diverse famiglie, tra cui i lepridi, come la lepre (Lepus europaeus), e gli sciuridi, come lo scoiattolo (Sciurus vulgaris). Altri roditori includono i cricetidi, come il topo campagnolo (Podemus sylvaticus), e i gliridi, rappresentati dal ghiro (Glis glis), nonché gli istricidi, come l’istrice (Histrix cristata).

Risultato immagine per fauna castelli romani

Tra i carnivori, spiccano i canidi, come la volpe (Vulpes vulpes), e i mustelidi, tra cui la martora (Martes martes) e il tasso (Meles meles). I cinghiali (Sus scrofa) rappresentano gli archiodattili presenti nel parco.

Per quanto riguarda l’avifauna, questa si divide in tre categorie: gli uccelli stanziali, che rimangono nel parco per tutto l’anno, e quelli migratori, che vi sostano per riproduzione o svernamento. Alcuni esempi includono il nibbio bruno (Milvus migrans) e la poiana (Buteo buteo). Gli uccelli di passo, invece, transitano durante le migrazioni.

Risultato immagine per fauna castelli romani falco

Le specie aviarie principali comprendono i falconiformi, come il falco pellegrino (Falco peregrinus), e i ciconiformi, come la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus). Tra gli anseriformi troviamo il germano reale (Anas platyrhynchos), mentre i passeriformi includono piccoli uccelli insettivori e granivori, come la ballerina bianca (Motacilla alba).

La varietà di invertebrati è ampia e include collemboli, utili per la formazione dell’humus, e odonati come le libellule. Non mancano coleotteri e ditteri, e tra gli aracnidi troviamo scorpioni e ragni.

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I rettili del parco sono rappresentati da cheloni, come la tartaruga (Testudo hermanni), lacertili come la lucertola (Podarcis muralis), e ofidi, tra cui la biscia (Natrix natrix). Gli anfibi comprendono sia urodeli, come la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina terdigitata), sia anuri, come il rospo comune (Bufo bufo).

I microrganismi saprofagi, infine, svolgono un ruolo cruciale nella decomposizione delle sostanze organiche, rendendo disponibili nutrienti essenziali per le piante. Complessivamente, il parco presenta un’ampia biodiversità, che è però minacciata da fattori antropici; la sua conservazione è fondamentale per mantenere l’equilibrio ecologico dell’area.